La scelta dei tabacchi per la pipa è, naturalmente, del tutto personale. I fumatori di più lungo corso possono raccontare di come i loro gusti si siano evoluti ed affinati nel tempo, guidando le fumate da una miscela all’altra. Solitamente le preferenze portano ad iniziare con tabacchi più aromatici (più facili e docili da percepire in bocca e al naso) verso tabacchi più complessi ma meno facilmente odorosi.
Ma andiamo per ordine. Esamineremo, per sommi capi, le varietà di tabacco, le miscele ed i tagli.
Il tabacco è una pianta perenne che può arrivare fino a 2 metri di altezza. La coltivazione in proprio può oggi avvenire senza nessuna autorizzazione fino ad un massimo di mille foglie raccolte per uso personale e con divieto di commercializzazione (che resta prerogativa dello Stato).
Il tabacco Virginia, dal colore chiaro, è particolarmente dolce e aromatico. E’ presente in quasi tutte le miscele per pipa.
Il tabacco Burley è contraddistinto da un colore che va dal marrone al rossiccio. Di gusto non molto caratterizzato, è comunque utilizzato nelle miscele aromatizzate per la sua qualità di assorbire gli aromi.
Il tabacco Orientale è una varietà leggera ma molto aromatica. Viene utilizzato in moltissime miscele e, in particolare, è un componente essenziale delle cosiddette English Mixtures (EM).
Il tabacco Kentucky, contraddistinto da un colore marrone scuro, ha un gusto ricco e robusto e per questo entra spesso in alcune miscele per dare corpo.
Il tabacco Latakia, di gusto dolce ma robusto, per via della sua lavorazione ha uno spiccato aroma affumicato. Dona alle miscele una notevole rotondità ma anche un deciso carattere. E’ un componente essenziale delle English Mixtures (EM).
Il tabacco Perique, dall’aspetto scuro, ha un aroma molto intenso e fortemente speziato, tanto che spesso viene considerato il pepe delle miscele, in cui può essere utilizzato solo in percentuali minime. Il lungo, delicato e raffinato procedimento di lavorazione lo classifica tra i tabacchi più rari e costosi.
Il tabacco Cavendish non è un cultivar autonomo ma una miscela di base usata per altre miscele. E’ composto principalmente da Virginia e Burley ma può contenere anche Orientale e Kentucky. Viene sottoposto ad elaborazioni piuttosto articolate tra cui quelle di dolcificazione e aromatizzazione per ottenere un gusto rotondo, dolce e godibile.
Da questi (ed altri) tabacchi si ottengono le cosiddette miscele. Entrare specificamente nel discorso sulle miscele richiederebbe una enciclopedia (si stima ne esistano circa 300 codificate) e sarebbe anche abbastanza inutile: la miglior miscela è quella che personalmente ci piace di più fumare. Che si comprino tabacchi già confezionati o che si sia in grado di confezionarne in proprio, parliamo sempre e comunque di miscele di diversi tabacchi.
E’ più utile, allora, sintetizzare parlando di “famiglie di miscele”: gli Aromatizzati, i Naturali, le Straight Virginia, le English Mixture.
I tabacchi Aromatizzati sono quasi sempre a base di Burley (che, abbiamo visto poco fa, hanno una grande capacità di assorbimento degli aromi) e sono contraddistinti da una forte aromatizzazione con ingredienti naturali o chimici: vaniglia, rum, cacao, zuccheri ed altro. A questa categoria appartiene la mitica busta del Clan, che tutti hanno fumato come primo tabacco. Come abbiamo già detto, spesso gli aromatizzati rappresentano, per volontà di mercato, l’entry level del fumatore.
Le miscele Naturali sono composte da pochi tabacchi ben strutturati e riconoscibili e vengono escluse sia le aromatizzazioni sia l’uso di tabacchi fortemente caratterizzati come il Perique o il Latakia. La miscela classica tradizionale è quella che deriva dalla composizione di Virginia, Kentucky e Burley. Si tratta di tabacchi corposi che determinano fumate robuste e quindi non adatte ai neofiti della pipa.
Le miscele di tabacchi da pipa Straight Virginia sono composte da diverse varietà di solo tabacco Virginia o da varietà lavorate diversamente (per stagionatura, per sistema di cottura o tostatura, per aromatizzazione ecc.). La miscela di soli Virginia è un tabacco che va apprezzato con il tempo ed anche con una qualche esperienza di fumo. Il mercato offre un entry level rappresentato dal Virginia flue cured, piuttosto amabile in bocca e nel naso.
La English Mixture, ormai comunemente conosciuta come EM, è principalmente una miscela di Virginia, Orientals e Latakia. Dal gusto tipicamente affumicato, le EM rappresentano miscele di gran intensità e di marcato carattere, benchè si prestino oggi ad essere commercializzate con varianti anche molto diverse di dolcezza ed intensità (ad esempio con l’aggiunta di Barley).
Una importante variante che determina il gusto e l’andamento della fumata è determinata dal taglio del tabacco. Se la grande maggioranza delle “latte” (scatole) di tabacco commercializzate presenta un unico aspetto, quello del taglio Mixture, ne esistono altri piuttosto diffusi tra i fumatori più esperti.
Vanno intanto distinti i tabacchi pressati da quelli non pressati. Quelli non pressati, a cui appartiene il citato Mixture, sono tabacchi ottenuti semplicemente tagliando le foglie singole. Non a caso il taglio Mixture è il più diffuso: facile da caricare nella pipa, è anche piuttosto facile da mantenere acceso e costante nella fumata.
Ulteriore variante dei tabacchi da pipa non pressati è la Ribbon cut, in cui il taglio è a forma di strisce molto sottili e lunghe. Anche in questo caso abbiamo un facile caricamento della pipa e un’ottima combustione.
Abbiamo infine, seppure non molto comune, il taglio Loose cut, con striscioline di foglia più lunghe e più spesse delle Mixture.
Molto interessanti, per i fumatori non alle prime armi, i tagli di tabacco pressato. Si tratta di tabacchi più esigenti dal punto di vista della cura nella preparazione e nella fumata: spesso hanno bisogno di essere “preparati” per caricare la pipa ed anche la combustione non è certo scontata come quella del Mixture. Di contro, assicurano gusti più pieni da cui sarà difficile allontanarsi una volta provati.
Il primo è sicuramente il Flake, composto da fettine di tabacco pressato larghe un paio di centimetri e mediamente di circa 10 centimetri di lunghezza (ovviamente molto dipende dalle latte che li ospitano). Il Flake solitamente viene fumato sbriciolandolo al momento dell’uso: si ottengono pezzetti grossolani che comunque permettono un buon caricamento della pipa. C’è anche chi, coraggiosamente, inserisce la fettina di tabacco arrotolata intera direttamente nel fornello. In tutte e due i casi il tabacco restituisce una esperienza di fumo impegnativa ma di grande intensità.
In commercio si possono trovare anche dei Flake già spezzettati: sono i tagli Ready rubbed o Broken flake.
Altro pressato è il Plug, un panetto di foglie di circa 4 cm di spessore, da tagliare con una lama nello spessore preferito. Grazie al suo procedimento di lavorazione, il taglio Plug permette una notevole conservazione degli aromi originari del tabacco. Di contro, la necessità di una lama affilata per il consumo non è certo sinonimo di comodità, soprattutto fuori casa.
Per ovviare a questo inconveniente, alcuni marchi propongono la lavorazione Crumble cake: il panetto è più friabile e può essere sbriciolato a mano.
Citiamo infine, oltre al pressato e non pressato, una terza modalità di presentazione del tabacco che è quella del pressato arrotolato. Non molto comune, il tabacco lavorato in questo modo viene poi tagliato e confezionato a dischetti.
La treccia intera si chiama Twist
mentre i dischetti prendono il nome Curly cut. Stiamo ovviamente parlando di tagli molto esigenti, destinati ai fumatori più esperti e dai gusti più forti.