La classificazione delle pipe è da sempre tema di infinite discussioni, anche per le differenze che caratterizzano i diversi paesi di produzione. Inoltre negli anni molte forme si sono modificate fino a risultare non più classificabili con precisione.
Pur riportando uno dei tanti schemi predisposti dai fornitori, suggeriamo di rifarsi sostanzialmente a 8 famiglie di pipe, diverse per forma (shape).
Billiard: è la pipa dritta, con le pareti della testa verticali. Molto adatta ai neofiti per via del minor rischio di formazione di condensa (l’acquerugiola che si forma in fondo al fornello, storicamente definita raganella per il rumore che provoca durante la fumata).
Bent: è la classica pipa curva, in cui la testa può assumere varie forme ed in cui anche la curvatura può essere più o meno accentuata. Più facile da tenere in bocca per la diversa distribuzione del peso rispetto ad una pipa dritta, ha maggiori rischi di formazione di condensa.
Apple (o Boccetta): è una pipa in cui, a prescindere dalle altre caratteristiche, la testa assume un aspetto arrotondato. Come tutte le pipe dalle pareti che in basso hanno pareti più spesse, si sente meno il riscaldamento durante la fumata.
Bulldog: tradizionalmente una pipa dritta con il cannello quadrato e la testa decorata con una leggera scanalatura. Essendo di lunghezza solitamente inferiore ad una normale Billiard, il fumo arriva più caldo in bocca.
Canadian: una pipa con un cannello molto lungo e un bocchino corto. Proprio per questa sua caratteristica, pur non essendo comoda e impossibile da tenere in bocca senza mani, garantisce un fumo più fresco.
Pot: una pipa con una testa corta e spessa e un fornello piuttosto largo e capiente. La fumata è sempre molto corposa perché la quantità di tabacco acceso è maggiore rispetto alle altre forme. E’ la pipa del commissario Maigret.
Calabash: legata al personaggio di Sherlock Holmes, questa forma è tra le più antiche. Caratterizzata dalle curve molto pronunciate del bocchino e da un grande fornello conico, queste pipe si prestano ad una fumata molto fresca.
Freehands: sotto questa categoria vengono raggruppate forme diverse di pipe prodotte artigianalmente, spesso di dimensioni importanti, generalmente pezzi unici.
Le pipe si possono distinguere anche per la finitura. Sostanzialmente sono tre le tipologie più importanti: liscia, sabbiata, rusticata.
La pipa liscia è classica pipa in radica che mette in mostra la fiammatura o l’occhio di pernice. Questo tipo di lavorazione richiede una radica senza alcun difetto e per questo viene scelta per gli esemplari più prestigiosi.
La pipa sabbiata si ottiene levigando con sabbia quarzosa la parte più esterna del legno e portando in rilievo le venature meno superficiali e più dure. Il procedimento è necessario quando la superficie del legno ha qualche difetto esclusivamente estetico sulla venatura.
La pipa rusticata è, infine, quella realizzata per celare difetti più evidenti della radica. Il legno viene lavorato con attrezzi che vanno a rimuovere le imperfezioni producendo un effetto frastagliato che può essere più o meno profondo (dalla lavorazione buccia d’arancia fino a quella a roccia o a corallo). Notoriamente sono pipe più economiche perché il produttore le “aggiusta” per metterle sul mercato in presenza di difetti estetici. Le pipe rusticate hanno una buona dispersione di calore.
Ulteriore caratteristica che prenderemo in esame per classificare le pipe è quella della forma del bocchino. Anche in questo caso, senza addentrarsi in infinite discussioni sulle varianti, esaminiamo solo due tipologie: il bocchino conico e quello a sella.
La scelta è in gran parte estetica e solo in piccola parte di comodità per la tenuta in bocca della pipa (a seconda della rastrematura in prossimità del dente).
Il bocchino conico (tapered), detto anche “pieno” perché non profondamente lavorato, è il più classico.
Il bocchino a sella (saddle) è invece caratterizzato da un repentino assottigliamento, il cosiddetto saltino o scalino.
Due parole anche sul dente del bocchino.
Quasi tutte le pipe presentano la forma classica definita coda di pesce (fish tail).
Esiste anche una lavorazione, meno comune, di bocchino palatale che indirizza il fumo in alto, verso il palato, invece che sulla lingua.
Infine la questione dei filtri. Anche qui si potrebbe aprire un dibattito infinito. Diciamo intanto che quando si sceglie una pipa bisogna valutare se è predisposta o no per il filtro perché una pipa nata per il filtro non funziona allo stesso modo se il filtro lo togliamo (potrebbe dunque essere d’aiuto un riduttore per ripristinare la stessa quantità d’aria aspirata).
I filtri più diffusi sono i cosiddetti pass-through, in carta o carta-carbone per assorbire il particolato. La forma è quella di cilindri.
Esistono poi I filtri chiamati pass-around, in legno di balsa o acero che agiscono sull’umidità dal fumo e trattengono anche la nicotina. I più noti sono quelli a forma di prisma triangolare.
Sulle pipe “da cesto” (quelle industriali molto economiche) o su qualche pipa più vecchia si può trovare una sorta di filtro in metallo, a spirale o tondo. C’è da dire innanzitutto che non si tratta di un vero e proprio filtro ma solo di un inserto per raffreddare il fumo ed evitare che il tabacco ostruisca il cannello. Sinceramente il consiglio è quello di rimuoverli perché provocano una eccessiva condensa.