Come si fuma la pipa

Quando parliamo di come si fuma la pipa sono necessarie quattro premesse fondamentali.

La prima: non esiste una regola sovrana per fumare la pipa. Quelle che daremo sono solo indicazioni derivanti da una lunga esperienza personale di fumo. Potrai guardare decine di video e tutorial sul web per farti una idea ma non troverai mai indicazioni certe ed univoche su tutti i passaggi, dal caricamento all’accensione, dalla tirata al mantenimento della combustione. La regola resterà sempre quella del modo in cui fumi meglio tu.

La seconda: la questione fondamentale attorno a cui si concentrano i dibattiti è spesso quella del mantenere la pipa accesa. Vogliamo chiarire che se la pipa si spegne c’è una sola cosa da fare: riaccenderla. E se si spegne di nuovo, di nuovo riaccenderla. Lo spegnimento della pipa può dipendere da decine di fattori: dalla pipa stessa, da quanto è umido e da come è disposto il tabacco, dalla tirata e da tante altre cose ancora. La fumata perfetta è quindi quella in cui questi tanti fattori si ottimizzano. Col tempo imparerai a capire come farlo e, soprattutto, come farlo per la tua personale esperienza di fumo.

La terza: è destinato al fallimento il passaggio dalla sigaretta alla pipa. L’affermazione potrà sembrare un po’ radicale ma non abbiamo mai conosciuto un fumatore di sigaretta diventato un fedele fumatore di pipa. Fumare la sigaretta e fumare la pipa sono due esperienze tanto differenti quanto guidare una bicicletta e guidare un camion con rimorchio. Chi arriva dalla sigaretta è abituato ad accendere, consumare, spegnere. Non si adatterà mai a sostituire la frugale pagliuzza con il lento procedimento del tubo. Se hai un amico che vuole provare, fagli comprare una pipa da venti euro e non una da duecento, a meno che non siate così amici da essere certo che tra dieci giorni quella pipa te la regalerà 🙂

L’ultima: il fumo di pipa non si respira. Questo, ovviamente, non significa che fumare la pipa sia salutare, tutt’altro. Significa solamente che la quantità di sostanze inalate è di gran lunga inferiore a quello di una sigaretta. Ma, senza addestrarsi in questioni mediche, ci preme sottolineare che il gusto della pipa è tutto nel palato e nel naso, non nei polmoni.

Fatte le necessarie premesse veniamo ai consigli su come si fuma la pipa.

Innanzitutto, cosa serve? Molto poco: una pipa, del tabacco, un curapipe, un accendino, uno scovolino. Vediamo come utilizzarli.

Dopo che avremo scelto una pipa ed un tabacco, iniziamo caricando il fornello. La narrazione vuole che si proceda in tre passaggi, ma possono essere anche quattro o cinque. Si inizia ponendo piccole quantità (pizzichi) di tabacco sul fondo del fornello e procedere aumentando leggermente la pressione con un dito ad ogni strato successivo sino a sentire una dolce compattezza dell’ultimo strato, che deve comunque rimanere al di sotto del bordo del fornello. Aspirando a pipa spenta dovete sentire che la pipa non è né “attappata” né troppo “ariosa”: imparerete col tempo a capire qual è la giusta resistenza aspirando.

La tradizione vuole che la pipa si accenda col fiammifero di legno. Vivendo nel XXI secolo siamo portati a considerare alcune alternative. Il fiammifero di legno è scomodo da portare dietro, da accendere, da usare (per non parlare della possibilità che la testa bruciata del fiammifero cada nel tabacco). In più rischia di bruciare il bordo esterno del fornello.

Senza infilarsi nel tunnel dei costosi accendini da pipa, le prime esperienze si possono fare con un accendino antivento o con un economicissimo accendino a gas da cucina col cannello in metallo (esistono le versioni più corte di quelle propriamente da cucina), che ha il grande vantaggio di poter essere direzionato precisamente nel fornello accendendo uniformemente tutto il primo strato di tabacco. Non è bello, non è figo, ma è utile.

Acceso il tabacco servono un paio di tirate più decise. E’ probabile che a questo punto, soprattutto agli inizi, la pipa si spenga. Il tabacco, bruciando, si solleva e non trasmette la combustione. Tutto normale, dunque. Basta premere delicatamente nel fornello con il curapipe per ricostituire uno strato uniforme. A questo punto si può riaccendere e procedere con aspirazioni più delicate e intervallate, che permettano di gustare profumi e aromi.


Durante la fumata, come abbiamo già detto, la pipa si potrà spegnere ripetutamente. Soprattutto nelle prime esperienze questa preoccupazione sembra prendere il sopravvento sul gusto della fumata. Per questo agli inizi si tende a tirare grandi e frequenti boccate con nuvole di fumo esagerate. Saranno queste le fumate meno piacevoli perché dopo poco tempo non si sentirà più alcun gusto e la lingua sarà surriscaldata. Il bruciore della lingua dopo una fumata è forse il principale motivo di abbandono da parte dei principianti.

Liberandosi dunque di questa preoccupazione, si potrà invece concentrare la propria attenzione sui gusti e sugli aromi, riaccendendo la pipa ogni volta che sarà necessario. Col tempo diventerà naturale calibrare la tirata in funzione della propria soddisfazione.

Un secondo problema che può sorgere è quello della cosiddetta acquerugiola, cioè la condensa del fumo, che una volta veniva chiamata raganella (da qui lo storico marchio “Non canta la raganella”). La condensa, può derivare da un gran numero di fattori (principalmente, nel caso di neofiti, sia la forma e la qualità della pipa che la tipologia di tabacco) e non deve preoccupare. Il fastidioso rumore che potrai sentire aspirando ne è diretta conseguenza. La giusta fumata farà giustizia anche di questo problema ma, nel frattempo, si può procedere nella fumata fino al punto in cui l’acquerugiola disturba il gusto del tabacco.

Durante la fumata potremo ogni tanto tornare a ricompattare con molta leggerezza il tabacco nel fornello. La cenere non va svuotata se non quando ci accorgiamo che ostacola la combustione. Farlo è comunque molto semplice. Con il curapipe si muove leggermente lo strato superficiale del tabacco e poi si gira la pipa per lasciar cadere solo quello che viene via da solo. Evita di battere la pipa, soprattutto quando è calda.

Arrivati al punto in cui il tabacco sarà consumato la fumata sarà conclusa. Se possibile, è meglio appoggiare la pipa con la testa in giù. Dopo qualche minuto si potranno effettuare alcune semplici operazioni di pulizia, senza smontare la pipa (operazione che va fatta solo quando sicuramente fredda). La prima è il passaggio delicato nel fornello del nettapipe per far cadere i residui di fumata. Si può poi procedere con una prolungata soffiata nella pipa ed il successivo passaggio di uno scottex, sempre nel fornello, per assorbire tracce di condensa. Una terza operazione consiste nel passaggio dello scovolino all’interno di tutto il condotto del bocchino, dal dente fino al fornello. L’uso di appositi liquidi con cui imbevere lo scovolino è consigliato solo per pulizie periodiche di pipe fumate più volte.

Allo stesso modo, sempre a pipa fredda, può essere sfilato il bocchino dal cannello applicando una semplice rotazione oraria. Con la pipa smontata si può effettuare una pulizia più accurata con lo scovolino e si può sostituire un eventuale filtro.

Due parole a parte merita lo strato di carbone che si forma lungo le pareti del fornello, che per regola non deve superare lo spessore di due millimetri. Certamente non vanno fatte rilevazioni con il calibro digitale: sarà sufficiente raschiare periodicamente con molta leggerezza le pareti interne del fornello per evitare accumoli.

Fin qui alcuni consigli. Alla domanda “Come si fuma la pipa?” si possono dare tante risposte ma, come abbiamo già detto all’inizio, il modo migliore sarà sempre quello in cui ti piacerà fumarla.