Nei secoli scorsi nel Regno Unito la pipa di argilla veniva utilizzata anche per scopi diversi dal fumo: uno fra tutti era quello di uccidere.
Lo racconta una ricerca storica realizzata da Sarah Inskip e Angela Joy Muir e pubblicata in un articolo sulla prestigiosa rivista Historical Research.
Esaminando atti giudiziari, quotidiani, periodici e guide mediche, le autrici hanno ricostruito gli usi inediti delle pipe in Inghilterra e Galles dal XVII secolo fino all’inizio del XX secolo.
La ricerca offre anche spunti molto interessanti sulla pipa come oggetto materiale in rapporto al corpo umano. La pipa per tabacco appare per la prima volta in Inghilterra grazie ai rapporti tra avventurieri, marinai e coloni e popolazioni indigene delle Americhe, che avevano usato pipe fatte di vari materiali almeno dal 1600 A.C. Gli inglesi cercarono di adattare il fumo della pipa per i gusti europei utilizzando in particolare l’argilla.
Le pipe in argilla furono molto popolari dall’inizio del XVII secolo in poi. I cannelli aumentarono di lunghezza da quindici centimetri all’inizio del XVII secolo a quarantacinque centimetri o più a metà del XVIII secolo. Da quel momento in poi, alcuni steli di pipa erano lunghi sessanta centimetri o più, con la pipa Churchwarden lunga fino a novanta. I ricercatori sostengono che le pipe corte, conosciute come Cuttys, furono prodotte a partire dal XVIII secolo ed erano popolari tra le classi lavoratrici poiché la forma consentiva ai fumatori di tenere una pipa in bocca e continuare a lavorare con entrambe le mani.
Proprio i lunghi cannelli sono oggetti letali in alcuni omicidi rintracciati negli atti processuali: nel 1888 un breve articolo intitolato “Una pipa forte e una testa debole” è pubblicato in un libro intitolato “Tobacco Jokes for Smoking Folks”. Si descrive, con tanto di illustrazione, la scena di un uomo che colpisce da dietro un fumatore, con il risultato che la pipa passa attraverso la bocca e la testa di quest’ultimo, finendo per uccidere il malcapitato. Dagli articoli dell’epoca pare che questo “scherzo” mortale fosse molto diffuso.
L’articolo delle ricercatrici si apre proprio con il racconto di un altro efferato crimine. Il 26 febbraio 1788 Sylvanus Owen fu dichiarato colpevole dell’omicidio colposo di John Williams. Durante una lite Sylvanus colpì John in faccia “con due pezzi di una pipa di argilla nella mano destra”. Uno penetrò nell’occhio sinistro di John, che morì qualche giorno dopo.
Nell’analisi dei “Bills of Mortality” nella prima Londra moderna si scopre che le pipe erano il terzo oggetto più comune a causare ferite da arma da taglio e vengono identificati quattordici casi in cui una pipa aveva causato una ferita mortale.
La casistica riportata dagli autori è ampia, dettagliata e anche un po’ macabra: la pipa veniva usata per uccidere in modi davvero inediti e truculenti.
La bizzarra ricerca, per fortuna, esplora anche una funzione salvavita della pipa come strumento medico di emergenza. Le pubblicazioni specialistiche e la stampa riportano casi di pipe da fumo utilizzate come cateteri per l’urina, cannucce per alimentazione forzata, ausili per l’allattamento, strumenti per una tracheotomia d’urgenza, per somministrare argento vivo distillato in bocca o addirittura per rimuovere i “vermi di Guinea” dal corpo. Su altri usi meglio sorvolare.
Per quanto ci riguarda preferiamo usare la pipa solo per fumare del buon tabacco. Magari, per evitare “scherzi” d’ora in avanti eviteremo di dare le spalle a chi arriva.